La matrice formale:

 

La geometria è senza dubbio uno degli strumenti più efficaci. E’ sicuramente un’indicazione di come cresce una struttura complessa prescindendo da indicazioni su che cosa debba contenere. E possiede un ulteriore vantaggio: prescinde dalla scala, o meglio, attua un controllo sul progressivo passaggio da una scala all’altra, dalla totalità alla forma dei singoli componenti. (C.Soddu – E.Colabella, op. cit.)

 

 

 

 

 

L’avere scelto come matrice formale il triangolo, dipende da tre motivi fondamentali: il primo è la solita ambivalenza di staticità – dinamicità: la forma triangolare ha evidentemente in sé un carattere di direzionalità, non a caso ciò che distingue una semiretta da una freccia è proprio il cappuccio triangolare di quest’ultima; tuttavia se si pensa alla funzione di chiodi, frecce da arco e ancora mille cose dall’estremità triangolare (o conica) ci si accorge che questa sta proprio nell’ancorare.

Il secondo aspetto è quello della temporalità vista arbitrariamente secondo la concezione di Eddington, ovvero come una retta orientata (la freccia del tempo, appunto) che legge il tempo come ordinato in modo definitivo, da passato a futuro a causa dei processi irreversibili che, aggiungo io, fanno la storia di ciascun individuo.

Il terzo aspetto è quello dell’identità che riesce a mantenere questa forma rispetto ad altre per quanto irregolare sia: un triangolo purchè formato da tre lati e tre angoli sarà sempre un triangolo e riconoscibile come tale, la stessa cosa non si può dire per nessun’altra forma geometrica.